I Volti Nuovi del Gruppo, Jacopo Mosca: “È un sogno che si realizza”
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei neoprofessionisti italiani con la rubrica I Volti Nuovi del Gruppo. Questa sera abbiamo con noi Jacopo Mosca, che ha compiuto il salto con la maglia della Wilier – Selle Italia. Nato a Savigliano in provincia di Cuneo il 29 agosto del 1993, ha già accumulato una buona esperienza correndo lo scorso anno da stagista per la Trek – Segafredo, centrando anche una bella top 10 al Tour of Britain. Atleta combattivo, in grado di difendersi su tutti i terreni, in questi giorni sta gareggiando sulle strade del Tour of Oman e ha già messo chilometri importanti nelle gambe al Dubai Tour e al Trofeo Laigueglia. Alla corte di Luca Scinto avrà modo di crescere e far valere le sue qualità.
Inizia l’avventura da professionista, come ti senti?
È un sogno che si realizza. Fin da quando sei bambino rincorri il professionismo. Ora ho firmato un contratto di due anni, sono pronto.
Partirai con la Wilier – Selle Italia di Luca Scinto, cosa ti aspetti?
So di trovare un ambiente buono, giusto per crescere. Scinto ha avuto una carriera importante e stimola i suoi ragazzi, aiutandoli a tirar fuori qualcosa di importante.
Che obiettivo ti poni per il 2017?
Voglio imparare il più possibile e fare ciò che chiede la squadra. Poi se ci sarà la possibilità proverò a ritagliarmi uno spazio.
Vieni da un’esperienza da stagista con la Trek-Segafredo. Cosa ti porti da quel periodo?
Davvero una grande esperienza e più andavo avanti più diventava incredibile. In America al Tour of Utah è stato davvero emozionante, poi al Tour of Britain ero andato per lavorare e mi sono trovato a far classifica, una cosa quasi assurda.
Pensi possa aiutarti nell’impatto nel professionismo?
Sicuramente, penso sia molto importante. Non inizio da zero e spero renda l’impatto meno traumatico.
Per chi non ti conosce, che tipo di corridore sei?
Un passista scalatore, ma soprattutto un attaccante.
La corsa che sogni un giorno di vincere?
Ce ne sono tante, ma sicuramente un Grande Giro.
Tornando alla tua carriera tra i dilettanti, quali sono le soddisfazioni più grandi e quali i rimpianti?
La soddisfazione è essere riuscito ad arrivare al successo, mentre la delusione più grande è la Freccia dei Vini. Sono arrivato terzo, ma mi hanno ripreso a 2 chilometri dall’arrivo. Era la corsa che organizzava la squadra e mi ero preparato appositamente per quella.
Come ti sei avvicinato al ciclismo?
Ho iniziato da G5 a dieci anni, ma prima andavo in bicicletta per stagione. Nei primi due anni ho corso poco, poi da esordiente ho iniziato a correre più spesso.
Quando ti sei reso conto di poter arrivare al professionismo?
Ho iniziato a crederci da juniores quando ho fatto la riserva al mondiale di Copenaghen. Mi sono reso conto di poter fare qualcosa e finita la scuola ho voluto provarci. Dopo il terzo anno dilettante ho capito di potercela fare. Quest’anno è stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta.
Ringraziamo Jacopo Mosca per essere stato con noi. Da parte della redazione di SpazioCiclismo i migliori auguri per la sua carriera.
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